La legge prevede che nel patrimonio immobiliare “per i nuclei familiari residenti in
abitazione di proprieta’, il valore della casa di abitazione, al netto del mutuo residuo, non
rileva ai fini del calcolo del patrimonio immobiliare se inferiore alla soglia di 52.500 euro,
incrementata di 2.500 euro per ogni figlio convivente successivo al secondo. Se superiore
alle predette soglie, il valore rileva in misura pari a due terzi della parte eccedente”. Nel
caso invece il nucleo familiare risieda in abitazione in locazione, il valore del canone
annuo previsto nel contratto di locazione viene sottratto dalla somma dei redditi dei
componenti il nucleo, fino a un valore di 7.000 euro, incrementato di 500 euro per ogni
figlio convivente successivo al secondo.